Trasferirsi a Monaco per pagare meno tasse: il caso Sinner , capiamo cosa accade.
Residenza a Monaco: come funziona davvero, cosa controlla l’Agenzia delle Entrate e come evitare errori costosi.
Autore: Giuliana Di Caprio — 24 ottobre 2025
Trasferirsi a Monaco per pagare meno tasse: cosa sapere davvero (e cosa rischi se resti “di fatto” in Italia)
Molti professionisti e sportivi italiani, da Jannik Sinner in poi, scelgono di trasferirsi nel Principato di Monaco attratti dall’assenza di imposte sul reddito.
Ma non basta cambiare indirizzo per smettere di essere residenti fiscali in Italia.
Vediamo, con parole semplici, come funziona davvero il trasferimento e cosa controlla il Fisco.
Quando sei ancora considerato “residente fiscale” in Italia?
L’articolo 2 del TUIR è chiarissimo: basta che, per più di 183 giorni in un anno, ricorra anche solo una di queste condizioni per essere residenti in Italia:
1. sei iscritto all’anagrafe della popolazione residente;
2. hai in Italia il domicilio (cioè il centro dei tuoi interessi personali o economici);
3. hai la residenza, ovvero la dimora abituale.
👉 In altre parole: non serve vivere sempre in Italia, basta che la tua famiglia, il tuo lavoro o i tuoi interessi economici restino qui.
L’iscrizione all’AIRE è utile ma non decisiva: è un atto formale, mentre il Fisco guarda alla sostanza.
Come funziona la residenza a Monaco?
Nel Principato non esiste una distinzione tra residenza amministrativa e residenza fiscale.
Chi vive a Monaco più di 3 mesi l’anno deve richiedere la “carte de séjour”, un permesso di soggiorno che richiede:
• un alloggio (affitto o proprietà per almeno 12 mesi);
• mezzi economici adeguati (molte banche richiedono un deposito intorno ai 500.000 euro);
• casellario penale pulito e assicurazione sanitaria.
I cittadini europei non hanno bisogno di visto, ma devono comunque dimostrare di vivere effettivamente nel Principato.
Il grande vantaggio: niente IRPEF
Monaco è un vero paradiso fiscale (legale):
• nessuna imposta sul reddito (niente IRPEF),
• niente tasse su interessi, dividendi o capital gains,
• solo IVA sui consumi e alcune imposte di successione.
In Italia, invece, chi ha redditi elevati paga fino al 43% di IRPEF, più addizionali regionali e comunali.
Un professionista o sportivo che guadagna milioni di euro può quindi risparmiare cifre enormi.
Attenzione però: i redditi prodotti in Italia (per esempio, un torneo o una collaborazione nel nostro Paese) restano tassati in Italia, anche se il contribuente è residente a Monaco. Forse per questo il giocatore puo’ decidere di non disputare un torneo nel territorio italiano.
Cosa controlla il Fisco italiano?
Monaco è inserito nella black list dei Paesi a fiscalità privilegiata, quindi per chi si trasferisce lì scatta una presunzione di residenza in Italia, a meno che non provi il contrario.
L’Agenzia delle Entrate può verificare:
• dove vivi effettivamente (tramite celle telefoniche, voli, pedaggi, utenze);
• dove vive la tua famiglia;
• se gestisci società o immobili in Italia;
• i conti bancari, grazie allo scambio automatico di informazioni (CRS) tra Stati.
Le conseguenze se la residenza è solo “di facciata”?
Se il Fisco dimostra che la persona vive ancora “di fatto” in Italia:
• tassa tutti i redditi mondiali come se fosse residente;
• applica sanzioni pesanti (fino al 120% dell’imposta non versata);
• nei casi più gravi, può scattare anche il reato di omessa dichiarazione (art. 5 D.Lgs. 74/2000), punito con la reclusione da 2 a 5 anni.
Come trasferirsi davvero in modo corretto
Ecco una mini-guida pratica per chi vuole spostare la residenza a Monaco senza rischi:
1. Vivere realmente a Monaco per più di 183 giorni l’anno.
2. Iscriversi all’AIRE e chiudere in Italia gli elementi che indicano interessi personali o economici.
3. Conservare prove concrete: bollette, contratti, spese locali, viaggi.
4. Richiedere il certificato di residenza fiscale monegasco.
5. Allineare le informazioni bancarie: Monaco aderisce allo scambio automatico di dati.
Conclusione
Trasferirsi a Monaco può essere una scelta conveniente, ma solo se è reale e documentabile.
Il Fisco italiano non si ferma ai documenti: guarda ai fatti.
Per chi vive davvero all’estero, i vantaggi sono enormi; per chi resta “di fatto” in Italia, il rischio è di pagare due volte — in tasse e in sanzioni
Serve un vademecum personalizzato?
Se stai valutando il trasferimento o hai dubbi sulla tua posizione fiscale, possiamo costruire insieme una roadmap con tempi, documenti e rischi.
Richiedi una consulenza
© 2025 Studio Di Caprio — Questo articolo è a scopo informativo e non sostituisce la consulenza professionale.



Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!